Focus del mese

Ambito di Michael Sweerts (Bruxelles 1618 - Goa 1664) Zingara con il tamburello OLIO SU TELA, CM. 61 X 47, INV. 48
Il dipinto proviene dal lascito del barone Giuseppe Baroffio Dall'Aglio.
A calamitare l'attenzione è l'intenso sguardo della fanciulla che gira il volto verso l'osservatore con lento movimento e nobile portamento. In un'atmosfera sospesa il viso della ragazza, illuminato da sinistra, emerge per contrasto dal fondo nero, come il turbante chiaro che fa di questa ragazza una "Zingara".
Lo stato di conservazione è buono, ad eccezione della mano che regge il tamburello e della veste rossa e blu, purtroppo povere di colore.
Nel primo testo che riporta una selezione della donazione Baroffio, l'attribuzione dubitativa a Le Nain di questo "magnifico studio di testa muliebre" spinse l'autore a inserirlo nella sezione dedicata alla scuola francese (C. Del Frate, S. Maria del Monte sopra Varese, Chiavari, 1933, p. 188 e fig. 292). Una ventina di anni dopo la Zingara fu concessa in prestito alla famosa mostra milanese di Caravaggio, curata da Roberto Longhi, con l'attribuzione a un "anonimo caravaggesco" (Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi, Milano, Palazzo Reale, aprile - giugno 1951, n. 63). L'etichetta di spedizione, tuttora presente sul retro dell'opera, riporta la ragguardevole somma assicurativa di 750 000, segno della notevole considerazione che allora l'accompagnava.
Fu poi Malcolm Waddingham (M. Waddingham, The Sweerts Exhibition in Rotterdam, in "Paragone" IX, 1958, 107, p. 72) ad annoverare il dipinto tra i migliori del pittore e incisore fiammingo Michael Sweerts. Da allora le più significative ipotesi attributive sono ruotate intorno alla personalità artistica di Sweerts. Nell'importante Repertory of Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections - Lombardy la Zingara è stata più genericamente assegnata all'ambito del pittore (G. Jansen, B. W. Meijer, P. Squellati Brizio, 2002, II, n. 772, p. 199, con bibliografia precedente). Nel gennaio 2007 una quasi identica Zingara con tamburello (olio su tela, 66 x 51 cm) è stata messa all'asta a New York presso Sotheby's con l'attribuzione a un seguace di Sweerts.
Rivalutato solo con l'inizio Novecento, Michael Sweerts è oggi riconosciuto come artista di grande qualità. Se recentemente è stata precisata la sua data di nascita (Bruxelles, 1618), molti sono ancora i punti oscuri che riguardano la vita e l'attività di questo irrequieto personaggio: sconosciuta è la sua formazione artistica; non noti sono gli esordi, poiché le prime opere sicure lo vedono pittore ormai quasi trentenne a Roma; misteriosa è l'ultima fase della sua esistenza quando, abbandonata la professione, entrò in una confraternita di missionari francesi e nel gennaio del 1662 partì per la Cina; ignote sono le cause della morte, sopraggiunta solo due anni dopo a Goa.
Abbastanza ben documentato è il periodo romano (1646-1655), trascorso vicino all'ambiente dei pittori bamboccianti, così detti dal soprannome "Bamboccio" del maestro olandese Pieter van Laer, che prediligevano raffigurare scene di vita delle classi umili e avvenimenti quotidiani. In modo simile Sweerts dipinge poveri e straccioni della Roma dell'epoca, ma è distante dal bozzettismo pittoresco e caricaturale che spesso caratterizza le opere dei bamboccianti. Memore della lezione caravaggesca nell'alternanza sapiente di luci e ombre, la pittura brillante di Sweerts dona singolare dignità a misteriose figure componendole in immagini di grande lirismo.
Una delle opere più note del pittore fiammingo è il Giovane con il turbante e un mazzolino di fiori del Museo Thyssen- Bornemisza di Madrid, allegoria del senso dell'olfatto realizzata alla fine del periodo trascorso ad Amsterdam (1658 - 1661 circa). Sweerts dipinse più serie di ritratti con figure a mezzobusto su fondo nero con la luce proveniente da sinistra, la testa girata di lato e in mano un oggetto per simboleggiare i cinque sensi: così per esempio uno spartito musicale può rappresentare l'udito, una candela spenta la vista, un dito fasciato per proteggere una piccola ferita il tatto. È probabile che la "Zingara" del Museo Baroffio raffiguri l'udito, come la più famosa Ragazza con il tamburello, oggi alla National Gallery di Londra, dipinta qualche anno prima da Jusepe de Ribera.

Laura Marazzi

maggio 2011

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