Focus del mese
Grazie alla donazione di quest’opera da parte di Mons. Pasquale Macchi, è giunta al Sacro Monte l’arte di Georges Rouault, uno dei protagonisti del Novecento.
L’opera, autenticata sul retro dalla figlia Isabelle, può essere ascritta alla fase matura del pittore. Il volto di Cristo, soggetto caro a Rouault, si presenta quasi immagine impressa sul velo della Veronica. La linea del naso sottolinea l’allungamento del viso contornato dalla barba e dai capelli neri. Lo stesso nero individua i grandi occhi che, malgrado le palpebre abbassate, non paiono chiusi nel sonno della morte, ma sembrano concentrati su una pacifica visione interiore. È un volto nobile che, pur segnato dalla sofferenza, è contornato da una luce colorata, riflesso di speranza e annuncio di resurrezione.
Rouault è uno dei più grandi artisti religiosi del XX secolo: non solo quando affronta soggetti della storia sacra, ma anche quando dipinge temi legati al circo o alla guerra, egli guarda alla realtà in senso religioso, vedendo ogni aspetto della vita legato al problema dell’assoluto. Si interroga sull’origine del male, sul destino degli uomini, sul contrasto tra apparenza e realtà. Rouault non approda mai a una visione disperata perché crede che alla colpa segue la misericordia di Dio, a cui egli dedica il Miserere, il suo più importante ciclo di incisioni; alla fallibilità del giudizio degli uomini, che ora condannano Gesù, ora innocenti senza nome, segue la certezza della giustizia divina; all’umiliazione dell’uomo oltraggiato, sia esso Cristo o un pagliaccio deriso, segue la carità di una donna che asciuga il volto di chi soffre.
Laura Marazzi
marzo 2015