Focus del mese

Pittore napoletano Rinnegamento di Pietro XVII SECOLO, OLIO SU TELA, CM 71 X 91, 50, INV. 98
Tra le opere che i bambini incontrano nel percorso dedicato alla Pasqua, è la tela seicentesca con il Rinnegamento di S. Pietro quella che suscita la maggior curiosità... dei grandi che li accompagnano.
L'opera fu probabilmente donata nel 1929 dal barone Giuseppe Baroffio Dall'Aglio, anche se non è citata da Costantino Del Frate che in S. Maria del Monte sopra Varese (Chiavari, 1933) riporta una selezione della donazione Baroffio per cui in quegli anni si stava costruendo il nuovo museo.
Siamo nel cortile della casa del sommo sacerdote Caifa dove Pietro è riuscito a entrare per seguire l'interrogatorio di Gesù, ma la visione della scena è molto ravvicinata e nulla si percepisce dell'ambiente intorno. La donna, una serva di cui parlano tutti gli evangelisti, ha appena riconosciuto Pietro come uno dei discepoli di Gesù: la sua bocca è semiaperta e l'indice accusatorio ancora alzato. Pietro, come indica la posizione efficace delle mani, sta negando di conoscerlo. Sono gesti parlanti che, insieme ai contrasti di luci e ombre, segnano un momento di grande tensione narrativa.
Il tema della negazione di Pietro fu particolarmente rappresentato nel XVII secolo, anche se la sua origine è antica. Più spesso raffigurato come elemento secondario nell'episodio di Cristo davanti a Caifa, già in epoca altomedievale è tuttavia presente anche con il ruolo di scena autonoma, come nella preziosa lipsanoteca (cassetta in avorio probabilmente destinata a contenere reliquie) del Museo di S. Giulia a Brescia.
Le principali declinazioni del soggetto, che ebbe grandissima fortuna tra i pittori caravaggeschi, nella cui cerchia va genericamente ricondotto l'anonimo autore del nostro dipinto, sono due.
La prima segue un'interpretazione sintetica e drammatica legata al modello dell'opera napoletana di Caravaggio (oggi a New York, Metropolitan Museum), con due o tre personaggi a mezza figura che colloquiano con gesti "teatrali" e un gioco efficace di sguardi.
L'altro filone di rappresentazione del tema propone una visione meno intensa e più allargata che diventa banale occasione per raffigurare un'affollata scena di genere in notturno.
Quasi sempre, come nel nostro caso, la serva ha in testa un panno o una specie di turbante.
Anche S. Pietro è ben riconoscibile nella fisionomia tipica di vecchio stempiato con corta barba bianca. Le rughe e le imperfezioni del suo volto emergono con evidenza per la luce decisa che proviene da sinistra: piccole ombre accentuano la nostra percezione dei segni dell'età e sottolineano le vene che pulsano, i muscoli tesi del collo che scattano veloci per guardare la donna e rendere più convincente la negazione. Le parole impulsive e menzognere sono enfatizzate dal gesto della mano sinistra: a questa e non alla destra, cioè alla mano che tradizionalmente sottolinea la verità dei giuramenti, è affidato il compito di accompagnare la falsa dichiarazione.

Laura Marazzi

aprile 2011
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