Focus del mese

Pittore nordico Paesaggio invernale con fuga in Egitto XVI SECOLO, OLIO SU TAVOLA, CM 21 X 31, INV. 49
Il Paesaggio invernale con fuga in Egitto è parte del corpus delle opere fiamminghe e olandesi che nel 1929 il barone Giuseppe Baroffio Dall’Aglio donò al Santuario di S. Maria del Monte.
Pubblicato per la prima volta con l’assegnazione a un paesista dell’Alta Slesia (C. Del Frate, S. Maria del Monte sopra Varese, Chiavari, 1933, fig. 313), il dipinto è stato attribuito dal Tolnay a Herri met de Bles detto il Civetta, pittore fiammingo attivo nella prima metà del Cinquecento (Ch. De Tolnay, Newly discovered miniature by Pieter Brueghel the Elder, The Burlington Magazine, CVII, 1965, p. 110). La Collobi Ragghianti (L. Collobi Ragghianti, Dipinti Fiamminghi in Italia 1420 – 1570, Bologna, 1990, p. 25) ritiene tuttavia che del Civetta la tavoletta presenti solo “qualche ricordo generico”; afferma che il “paesaggio, denso di episodi naturali ed umani sembra opera più tarda, con allusioni anche ai paesaggi invernali del Brueghel” e conclude che l’autore va  cercato fra i “paesaggisti germanici non oltre i primi anni del secolo XVII”. Dal Repertory of Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections – Lombardy (G. Jansen, B. W. Meijer, P. Squellati Brizio, 2001, I, p. 201, n. 325) non giungono utili precisazioni: l’opera è assegnata alla “scuola fiamminga” del XVI secolo e come “pittore nordico del XVI secolo” è oggi esposto in terza sala.
La neve è scesa su case e campi. Ci sono uomini che camminano e trascinano slitte, donne che trasportano pesi sulla testa, un mulino a vento e, verso il fondo, una veduta di città nordica in cui la cattedrale gotica si staglia col suo campanile nel cielo colorato dall’alba invernale. In basso a sinistra Giuseppe con cappello, mantello, coltello alla cintura, bastone appoggiato sulla spalla cammina conducendo l’asino con Maria e il Bambino, di cui si vede solo il puntino rosa del viso.
Sul ceppo vicino al ponticello che attraversa il fiume in basso al centro è appoggiata una civetta. Suggestivo è richiamare il fatto che Herri met de Bles (circa 1510 – post 1550) detto il Civetta, le cui opere furono molto apprezzate nell’Italia del XVI secolo, ricevette tale caratteristico soprannome perché i piccoli rapaci spesso presenti nei suoi dipinti furono a lungo considerati una sorta di firma nascosta.
Accattivante è l’ipotesi che la città sullo sfondo sia Anversa lambita dal fiume Schelda (si intravedono alcune barche in acqua) con la grande Cattedrale di Nostra Signora dall’alto campanile e sulla destra il castello medievale Het Steen.
Nei suoi significati simbolici e moralistici è una Fuga in Egitto non dissimile da analoghi esempi fiamminghi in cui la Sacra Famiglia, presenza discreta e solo apparentemente secondaria, imbocca stretti sentieri tra paesaggi aspri con edifici diroccati oppure al contrario attraversa villaggi e campi ameni in cui ferve il lavoro: è il difficile percorso che porta alla salvezza contrapposto alla decadenza, alla comoda via, alla vacuità dei traffici mondani e un invito al cristiano perché si ponga sul sentiero della vita, malgrado i pericoli e la fatica, con la pazienza e l’umiltà della Sacra Famiglia.

Laura Marazzi

gennaio 2013
Archivio Focus
Zingara con il tamburello AMBITO DI MICHAEL SWEERTS (BRUXELLES 1618 - GOA 1664)
LEGGI TUTTO
Stipo con San Giuseppe e Gesù Bambino nella bottega di Nazareth
LEGGI TUTTO
Cambio dei cavalli PHILIPS WOUWERMAN (HAARLEM 1619 - 1668)
LEGGI TUTTO
Natura morta con funghi GIACOMO CERUTI DETTO IL PITOCCHETTO (MILANO 1698 - 1767)
LEGGI TUTTO
ARCHIVIO