Focus del mese
La medaglia celebrativa del potente uomo d’armi Gian Giacomo Trivulzio, attribuita a Cristoforo Foppa detto il Caradosso, fu donata al Museo del Santuario da Lodovico Pogliaghi (C. Del Frate, S. Maria del Monte sopra Varese, Chiavari, 1933, p. 151).
Come ricorda la scritta sul verso, si tratta di una medaglia commemorativa dell’importante vittoria che nel 1499 presso Novara l’esercito francese guidato da Gian Giacomo Trivulzio riportò sull’esercito del duca di Milano Ludovico il Moro. Sul recto è ritratto di profilo il Trivulzio che, lasciatosi alle spalle i quasi trent’anni trascorsi al soldo della dinastia sforzesca e divenuto maresciallo di Francia grazie alla conquista dello stato di Milano procurata al re di Francia, si fece raffigurare con la corazza, coronato di alloro e accompagnato agli angoli dallo stemma di famiglia, dalla ruota del sole, dalla biscia viscontea e dall’impresa dei tizzoni ardenti e delle secchie.
Gian Giacomo Trivulzio detto il Magno, tra i protagonisti della storia milanese tra Quattrocento e Cinquecento, ebbe familiarità con Santa Maria del Monte e in particolare con il Monastero delle Romite Ambrosiane. È certo infatti che nel 1518, poco tempo prima di morire, su indirizzo delle Monache fece costruire un portico antistante il Santuario. Il Trivulzio, infatti, avrebbe voluto onorare la memoria della Beata Giuliana, morta nel 1501, e avrebbe desiderato far erigere per lei un monumento sepolcrale poiché ella gli aveva predetto dei fatti d’arme che l’avevano visto vittorioso; le Romite tuttavia rifiutarono l’offerta, poco consona al loro spirito di povertà e di umiltà, e dirottarono tale riconoscenza verso la più utile realizzazione del portico per la chiesa. Da poco il Trivulzio, confermando il proprio ruolo di intelligente committente, aveva affidato il progetto della sua cappella funebre antistante San Nazaro a Milano al Bramantino, a cui già aveva richiesto i cartoni per il superbo Ciclo dei Mesi, oggi al Castello Sforzesco (dove fino al 25 settembre è visitabile la mostra “Bramantino a Milano” in cui è esposta anche una medaglia uguale a quella del Museo Baroffio).
Del portico Trivulzio, che un secolo dopo fu sostituito da quello ancora in essere, resta un capitello in pietra di Saltrio trovato fortunosamente scavando le fondamenta del museo accanto al Santuario di S. Maria del Monte. Esposto nella quarta sala del Museo Baroffio, il capitello presenta gli stemmi Trivulzio e quelli delle famiglie imparentate per via matrimoniale con Gian Giacomo (Colleoni e D’Avalos) e con il figlio Gian Nicolò (Gonzaga).
Laura Marazzi
settembre 2012