Focus del mese
La Madonna di Loreto è una scultura bronzea di Floriano Bodini, donata da Mons. Pasquale Macchi alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese.
Si tratta del primo esemplare (e.0) del modello per l’altare del Santuario di Loreto, in scala maggiore e in marmo bianco di Carrara, inaugurato da Giovanni Paolo II nel dicembre del 1994 durante la celebrazione iniziale del VII Centenario della Santa Casa. Il papa, che provvide anche alle spese di realizzazione, fu invitato da Mons. Pasquale Macchi, dal 1989 arcivescovo a Loreto dopo gli anni trascorsi come arciprete presso l’amato santuario mariano sopra Varese.
A uno sguardo affrettato la Vergine, incoronata e avvolta in ampie vesti, potrebbe sembrare la Madonna del Monte. Sostiene il Bambino, anch’egli coronato, con una mano grande e allungata. Due angeli aiutano a reggere il manto abbondante che si dispone ai lati in ampie pieghe. Le forme arrotondate e le superfici morbide sono segnate da motivi incisi, in modo simile alla statua di Paolo VI che Bodini creò pochi anni prima al Sacro Monte su commissione dello stesso Mons. Macchi.
Il modello bronzeo dell’altare di Loreto venne fuso presso la Fonderia Artistica Battaglia di Milano, come attesta il marchio sul retro, laboratorio di fiducia di Bodini, sia per le opere in bronzo di ridotte dimensioni, quali le medaglie o le caratteristiche colombe, sia per quelle più grandi e impegnative, come il Paolo VI del Sacro Monte o il monumento ai Sette di Gottinga di Hannover.
In una piacevole intervista con Elena Pontiggia, Bodini confessò di non riuscire a concepire altari in bronzo. “L’altare, il centro del luogo sacro deve essere un elemento luminoso, non scuro” (E. Pontiggia, Conversazione con Bodini, in Floriano Bodini, XI Biennale Internazionale di Scultura Città di Carrara; Carrara, Palazzo Caselli, 27 luglio/27 settembre 2002, Pisa, 2002, p. 29). Da qui la predilezione per gli altari in marmo bianco (Basilica varesina di San Vittore, Basilica di Seregno, Santuario di Rho, Santuario di Loreto, altare di S. Pietro alle Grotte Vaticane, S. Lorenzo di Canonica di Cuveglio), sempre scelto con cura, magari in compagnia di Virginio Gussoni, erede della secolare esperienza dei “picasass” di Viggiù, amico e fedele esecutore di tante sue opere.
Laura Marazzi
maggio 2014