Focus del mese

Angelo Biancini (Castel Bolognese 1911 - 1988) Madonna con il Bambino e scene della vita di Cristo 1980, CERAMICA MAIOLICATA, CM 50 X 40, INV 1102
L’opera di Angelo Biancini, uno degli esponenti più interessanti della scultura e dell’arte ceramica del Novecento, è stata recentemente donata alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte da Irene Affede Di Paola in memoria del marito Antonio, stimato tributarista, uomo intelligente e colto, amico del Museo.
È una ceramica maiolicata del 1980, di cui è noto un altro esemplare, diverso per cromia, custodito nel convento del Santuario di San Matteo sul Gargano.
La Madonna è in trono; indossa una veste decorata e un’alta corona; presenta ai fedeli il Bambino, anch’egli coronato. Una buona parte del rilievo è occupata da scene che si dispongono a tessere una trama narrativa suggestiva, anche se non facilmente decifrabile. La staticità della Vergine e del Bambino si contrappone alla vivacità degli episodi accanto, così come la plasticità essenziale delle due grandi figure contrasta con la mossa evanescenza dei piccoli personaggi.
Nel gesto della Madonna si potrebbe cogliere un’eco dell’iconografia bizantina della Odighitria, cioè della Vergine che indica ai fedeli il Figlio, via per la salvezza. Dalla metà degli anni Cinquanta questo modello di Madonna in trono con il Bambino è stato utilizzato da Biancini con numerose varianti, dimensioni, colori (per esempio nel rilievo sulla facciata della chiesa di S. Luca Evangelista a Roma). Non è fuori luogo evocare un modello tanto antico: Biancini riprese spesso modelli iconografici e compositivi medievali. Nelle scene si colgono suggestioni tratte dai mosaici di Ravenna, capoluogo della provincia in cui l’artista nacque e visse, tra il paese natale Castelbolognese e la città di Faenza, in cui insegnò per molti anni all’Istituto d’Arte per la Ceramica. C’è corrispondenza tra i gesti delle figure colte di profilo, modellate in modo sintetico nella ceramica, e i personaggi, costituiti da tessere preziose, che in S. Apollinare Nuovo popolano le Scene di Cristo, datate tra la fine del V e l’inizio del VI secolo (si vedano in particolare i confronti tra l’Ultima Cena di Ravenna, con la fila serrata delle teste degli apostoli, e l’Incontro tra Cristo e la Samaritana che solleva il secchio da un pozzo basso).






La Madonna in trono con il Bambino e scene si inserisce perfettamente nella sala dedicata all’arte sacra contemporanea di tema mariano, dove sono già esposte due opere di Biancini donate da Mons. Pasquale Macchi: una grande Madonna con il Bambino, altorilievo del 1984 in ceramica maiolicata, e un bronzo di piccolo formato dal titolo Mater Divinae Gratiae.

Un disegno di Biancini è un divertente indizio dell’amicizia che a lungo legò lo scultore a Mons. Macchi. “W DON PASQUALE PATRONO DELLA BUONA AMICIZIA. S. MARTINO 1973” è la frase che esplicita il senso del foglio: Mons. Macchi, nato il 9 novembre 1923, compie cinquant’anni, e l’amico Biancini ricorda la ricorrenza. Da buon artista qual è, egli si esprime in modo più originale con l’illustrazione piuttosto che con le parole. Biancini si raffigura come un bambino (“anni 5”), mentre ritrae Mons. Macchi adulto, il viso ben caratterizzato da pochi efficaci tratti: vestito con la tonaca, ha un libro in una mano e con l’altra traccia una riga che da una chiesa conduce decisa verso un riquadro in cui è scritto “anni 50”. La strada di Biancini verso gli “anni 50” è invece tortuosa, tutta tornanti irregolari.
Biancini vuole rendere omaggio alla grandezza dell’amico: sebbene l’artista sia più vecchio di circa dodici anni, è lui il più piccolo; se Mons. Macchi sa bene qual è il suo cammino, l’avanzare di Biancini è tutt’altro che lineare. Quello che consola è il messaggio che traspare: percorsi molto diversi non escludono l’incontro in una “buona amicizia”.
E sappiamo che la loro amicizia proseguì tutta la vita.

Laura Marazzi

maggio 2015

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