Focus del mese

Angelo Biancini (Castel Bolognese 1911 - 1988) Madonna con il Bambino 1984, CERAMICA MAIOLICATA, CM 146 X 145 X 10, INV. 1077
La Madonna con il Bambino di Angelo Biancini è stata donata nel 2003 da Mons. Pasquale Macchi alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese, insieme a un bronzo di piccolo formato dal titolo Mater Divinae Gratiae.
È un altorilievo in ceramica maiolicata (cm. 146 x 145 x 10), composto da più pezzi, che raffigura la Madonna, identificabile solo per la leggera aureola che le circonda la testa. Gesù Bambino è in piedi e porge un fiore alla Madre. I personaggi sono sotto a un grande albero popolato da colombe: un’immagine “di Paradiso” in cui le bianche colombe comunicano un’idea di purezza, innocenza, mitezza.
Lo scultore Angelo Biancini (1911 – 1988) nacque poco più di cento anni fa a Castelbolognese, paese dell’entroterra ravennate a cui fu sempre molto legato e che dal 1995 è animato dall’esposizione di una ventina di sculture in bronzo, cemento, ceramica che mostrano l’evoluzione artistica dell’autore a partire dagli anni Trenta.
La formazione di Biancini si svolse a Firenze dove, insieme allo studio presso l’Istituto d’Arte, fu importante l’apprendistato presso lo scultore e ceramista Libero Andreotti. Seguirono le collaborazioni con i ceramisti Renato Bassanelli a Roma e Mario Morelli a Faenza. Nel 1932 iniziò ad esporre in pubblico. Per un periodo breve, quanto intenso e formativo, Biancini lavorò per la Società Ceramica Italiana di Laveno (1936 – 1940), sotto la direzione artistica di Guido Andlovitz. è dedicata a quegli anni la mostra “Angelo Biancini: la classicità nella ceramica d’arte. Le opere prodotte a Laveno”, in corso fino al 20 ottobre nel vicino Museo Internazionale del Design Ceramico di Cerro, dove sono esposte stabilmente numerose sue opere. Nel 1949 partecipò al Premio di scultura “Città di Varese”, insieme a molti nomi nuovi della scultura italiana. La persistenza del legame con la zona di Varese è testimoniata anche dal rilievo con la Via Sacra e il Sacro Monte di Varese che è presso l’ingresso dell’Albergo Ristorante Sacro Monte (un altro rilievo è esposto alla mostra di Cerro), probabilmente esemplato su un’incisione storica: pur considerando la semplificazione operata da Biancini, si nota infatti che il campanile del Santuario di S. Maria del Monte, contrariamente all’aspetto attuale, si presenta nella sua originaria interezza, così come le pendici del monte appaiono segnate da scansioni regolari, simili agli ordinati filari di vite di cui rimane testimonianza solo nelle antiche immagini.
Autentico maestro ceramista, insegnò per molti anni all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza.
Superato il linguaggio giovanile, la cui piena plasticità, non avulsa dal clima retorico del tempo, fu segnata dal legame con modelli classici e rinascimentali, Biancini elaborò un proprio stile, anche grazie a originali ricerche sul colore. Dal Dopoguerra frequentò con assiduità l’ambito del sacro: nel 1958 la Biennale di Venezia riconobbe il suo impegno dedicandogli una personale e assegnandogli il primo premio per la scultura liturgica. Opere di Biancini sono nella Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani, voluta da papa Paolo VI di cui fu amico, presso la Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei di Villa Clerici a Milano, la Collezione Arte e Spiritualità di Brescia e la Raccolta Lercaro di Bologna, ma anche in numerose chiese dove sue sculture parietali si pongono in stretta connessione con l’architettura. Tra i più impegnativi lavori di tema sacro è l’attività per il Santuario di Arenzano al cui interno grandi pannelli in ceramica maiolicata rappresentano episodi della vita della Vergine, di Cristo e le tappe fondamentali dello sviluppo della devozione per il Gesù Bambino di Praga. Tra i luoghi più prestigiosi che custodiscono opere di Biancini c’è la nuova basilica di Nazaret.

Laura Marazzi

settembre 2013
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