Focus del mese

Pittore morettesco Madonna con il Bambino XVI SECOLO, OLIO SU TELA, CM 60 X 46, 5, INV. 119
Il dipinto Madonna con il Bambino, probabilmente giunto in museo con il lascito Baroffio (1929), è attribuito a un pittore morettesco.
Deriva dalla tavola Sacra Famiglia con S. Antonio da Padova, assegnata per la prima volta da Andrea Bayer ad Alessandro Bonvicino detto il Moretto (Cose bresciane del Cinquecento: A New Devotional Painting by Moretto da Brescia, in L.R. Jones, L.C. Matthew, Coming About... A Festschrift for John Shearman, Cambridge, 2001, pp. 123-6) e battuta all’asta nel 2008 da Christie’s (Londra, 2 dicembre 2008, sale 7632, Old Master & British Pictures). Le misure delle due opere sono molto simili, fermo restando l’abbondante taglio sulla destra operato nella tela Baroffio, che ha escluso le figure di S. Giuseppe e S. Antonio, e l’eliminazione in basso di una fascia di alcuni centimetri.
Il Bambino cattura l’attenzione dello spettatore; sta in piedi sulle ginocchia della Vergine; ha le gambe incrociate (quasi fosse un genietto funebre classico in cui le gambe incrociate rimandano all’idea di inattività e quindi alla morte) e fiorellini bianchi in mano, simbolo di purezza e di innocenza. La Madonna, che nella Sacra Famiglia tiene fisso lo sguardo su S. Antonio, nell’opera Baroffio sembra guardare malinconicamente lontano, quasi vedesse il destino di sofferenza del Figlio. È davanti a un drappo che solo nell’originale si vede appeso a un palo di legno che dietro a Giuseppe si incrocia con un tronco, significativa allusione alla croce. Numerose sono le analoghe opere devozionali del Moretto, in cui è evidente l’influenza di Giovanni Bellini e di Tiziano, dove la Madonna con il Bambino è posta di lato, davanti a una stoffa, magari fermata da un nodo, che scende formando ampie pieghe, mentre di fronte a lei stanno santi in rapporto al paesaggio.
La mano con cui Maria sorregge Gesù, al cui mignolo egli si trattiene, è uguale al modello, mentre differisce la mano che sostiene il panneggio dell’abito (nell’esemplare londinese stringe un libro aperto). Il rapporto di derivazione aiuta a comprendere l’incertezza del pittore del dipinto Baroffio: avendo scelto di tagliare l’originale, ha accorciato il braccio della Vergine e creato una nuova postura producendo tuttavia una mano troppo piccola, incongrua rispetto alla figura.La datazione proposta da Bayer (1522 – 1526) pone il dipinto di Londra vicino alla decorazione per la Cappella del SS. Sacramento in S. Giovanni Evangelista a Brescia, dove tra il 1521 e il 1524 il Moretto lavorò accanto al Romanino, altro grande esponente della pittura rinascimentale bresciana.

Laura Marazzi

ottobre 2013
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