Focus del mese
L’Incoronazione della Vergine di Bernard Buffet è stata donata nel 2003 da Mons. Pasquale Macchi alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte per la sezione moderna del Museo. Nel 2004 si è reso necessario il suo restauro, a opera di Piero Lotti: la tela inadeguata a sostenere il peso del colore aveva generato crettature e sollevamenti della pellicola pittorica, mentre alcune rotture del telaio in legno avevano provocato distorsioni del supporto.
Il dipinto, facente parte della serie realizzata da Buffet nel 1961 per la Cappella della sua proprietà di Château l’Arc, non lontano da Aix en Provence, e oggi nella Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani, è un’opera rappresentativa di uno dei più famosi pittori francesi della seconda metà del Novecento.
Artista molto prolifico, Bernard Buffet si mantenne fedele a uno stile ben caratterizzato. Linee nere, tracciate con rapidi segni, individuano figure stilizzate dai contorni rigidi e taglienti: accentua la semplificazione l’uso di colori puri, sempre stesi con gesto energico, sia che servano per dare rilievo a un impasto spesso, come nella corona della Vergine tra la firma dell’artista e la data, sia che, al contrario, siano spalmati sottili con la spatola, come nella parte centrale della sua veste.
È annullata ogni profondità dello spazio: Buffet trasforma l’Incoronazione in una sorta di vetrata, insieme tetra e sgargiante, in cui le rette di colore nero, quasi fossero solidi listelli di piombo, contengono campi di un inedito arancione. Sono bianchi i volti aguzzi della Madonna e dei quattro angeli, come il velo che copre il mento, le ampie maniche cascanti e le lunghe mani giunte in preghiera. Nere sono le punte delle ali degli angeli in alto, quasi falci minacciose; neri i raggi della grande aureola; neri anche gli alberi sulla destra, posti davanti a caseggiati moderni in cui si intravede un’automobile. Il sacro è in un presente accennato e porta in sé le tracce dello smarrimento tetro dell’uomo contemporaneo. Ma la corona di gloria, per quanto scura e appesantita, sta miracolosamente sospesa al suo posto.
Laura Marazzi
agosto 2014