Focus del mese

Enrico Manfrini (Lugo di Romagna 1917 - Milano 2004) Fuga in Egitto BRONZO, CM 94 X 54 X 7, INV. 1080, DONAZIONE MONS. PASQUALE MACCHI
La Fuga in Egitto di Enrico Manfrini, donata nel 2003 da Mons. Macchi alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte, è il bozzetto di discrete dimensioni di un rilievo bronzeo realizzato all’inizio degli anni Settanta per una delle cappelle della Cattedrale Saint Mary di San Francisco. Per la chiesa, ricostruita dal 1967 su progetto di Pier Luigi Nervi, Manfrini disegnò altri rilievi, come la Vergine Assunta alla quale è dedicata la cattedrale, oltre al portale principale con Cristo che si erge sopra agli uomini.
Un angelo viaggia con la Sacra Famiglia tenendo sospeso un ampio drappo sopra le loro teste, quasi fosse un improvvisato baldacchino: è un gesto che nobilita l’anonimo gruppetto, nel quale si cela il Salvatore, e manifesta la protezione divina che li accompagna. San Giuseppe, posto dietro l’asino, guarda l’angelo quasi a domandare conferma della strada e a ribadire che è Dio a guidare il cammino.
Nella Fuga in Egitto di San Francisco, di dimensioni più consistenti, l’angelo è dotato di maggiore levità perché non è appoggiato a uno sfondo bronzeo, ma sta sospeso leggero davanti a esili nuvole.
L’opera ben rappresenta l’arte equilibrata e aggraziata del maestro romagnolo, in cui i prediletti temi sacri sono svolti con intima adesione, secondo un linguaggio antiretorico.
Sull’Osservatore Romano del 7 dicembre 1996 Mons. Macchi, alla cui donazione si devono anche le altre opere di Manfrini esposte nel Museo Baroffio, definì l’amico artista “pio, gentile e pensoso” e sottolineò le sue “altissime qualità di scultore nella fede vissuta con generosità e con coerenza”. Scrisse: “ La sua creatività luminosa, la sua arte forte e dolce, il suo disegno preciso e lieve, è la sua stessa persona. È la sua semplicità umile e quasi furtiva, è il suo lavoro instancabile, è la sua bontà cordiale sempre pronta all’amicizia, al servizio, al dono”.
A Manfrini Mons. Macchi commissionò molte opere, tra cui è d’attualità ricordare che l’anello piscatorio con S. Pietro, disegnato su sua richiesta nel 1978 per Paolo VI, è stato scelto da papa Francesco come proprio anello pontificale.
Si devono a Mons. Macchi anche i due rilievi bronzei, raffiguranti un’Annunciazione e un’ Assunzione, posti sulle ante esterne del botteghino del Santuario di S. Maria del Monte. L’Annunciazione collocata nella navata destra della chiesa, presso l’altare con il gruppo ligneo dell’Adorazione dei Magi, fu invece donata nel 1984 da Mons. Paul Marcinkus in memoria della madre. Le figure dell’angelo e della Vergine, in bronzo dorato, sono inserite in una piazza delimitata su tre lati da edifici in prospettiva centrale. L’arcangelo Gabriele, con il mantello e i capelli ancora mossi, pare colto da Manfrini nell’attimo in cui, interrotto bruscamente il movimento che dal cielo l’ha portato al cospetto di Maria, si inginocchia davanti a lei che incrocia le mani sul petto in atteggiamento di consenso. Lo spazio nel quale è stata inserita l’Annunciazione di Manfrini, di cui il museo custodisce il bozzetto, fu quello lasciato libero dalle spoglie della Beata Caterina quando furono trasportate nell’Oratorio delle Beate per essere esposte insieme a quelle della Beata Giuliana.

Enrico Manfrini si formò a Bologna e quindi a Milano, dove all’Accademia di Brera fu allievo e poi assistente di Francesco Messina al quale succedette come titolare della Cattedra di Scultura reggendola per un decennio fino al 1984. Si dedicò con convinzione e continuità all’arte sacra, tanto da essere ben rappresentato nei principali musei d’arte sacra contemporanea (Collezione di Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani, Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei di Villa Clerici a Milano-Niguarda, Collezione d’Arte Contemporanea Arte e Spiritualità di Brescia). Per chiese in Italia e all’estero realizzò Vie Crucis, crocifissi, altari, monumenti e molte porte bronzee (dal Duomo di Siena a quello di Troia, da S. Paolo fuori le Mura a Roma fino a S. Paolo a Damasco), tanto che don Giulio Madurini, in occasione della morte dello “scultore dei papi”, scrisse: “Enrico Manfrini è arrivato a esprimere il sacro nell’intimo più profondo (...). Così si è aperto le porte verso l’infinito di Dio. Quelle porte egli le ha modellate per sé prima che per noi negli esemplari di porte sacre delle Cattedrali”. Manfrini partecipò anche al concorso per la quinta porta del Duomo di Milano a cui si classificò tra i primi tre su oltre cento concorrenti. Nel Museo Baroffio è esposta una Vergine lignea simile a quella realizzata per la Porta della Misericordia (1975) della Basilica di S. Nicolò a Lecco. Fu apprezzato medaglista, da Pio XII fino a Giovanni Paolo II. Meno abbondante è la sua produzione profana, tra cui si segnalano in particolare i ritratti.

Laura Marazzi

aprile 2013
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