Focus del mese

Théodore Strawinsky (San Pietroburgo 1907 - Ginevra 1989) Fiat 1976, TEMPERA E PASTELLO SU CARTA, CM 33, 5 X 27, INV. 1069, DONAZIONE MONS. PASQUALE MACCHI
L’opera “Fiat” di Théodore Strawinsky fu donata nel 2003 da Mons. Pasquale Macchi alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese.
L’eterea colomba dello Spirito Santo accompagna la discesa di un cono di luce divina che illumina i protagonisti dell’evento: lo sfolgorante angelo che porge il suo annuncio, come indica la mano tesa nel tipico gesto, e la Vergine dalla grande aureola che si volta sorpresa. È seduta davanti a una mensa con un grappolo d’uva, il pane, una mela e l’acqua: riferimenti all’Eucarestia, al peccato e alla sua redenzione che trova compimento nella venuta di Cristo.
Come indica una scritta sul retro, si tratta del bozzetto per la grande ”Annonciation” (cm 204 x 165) che nel 1976 fu mandata a Roma per l’allora neonata Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani.
La lettera inviata dall’artista insieme al bozzetto (12 ottobre 1976), gentilmente trasmessa al Museo Baroffio dalla Fondation Théodore Strawinsky di Ginevra, motiva la decisione di farne personale omaggio al segretario di papa Paolo VI con calorose parole di stima per l’interesse di Mons. Macchi verso “l’espressione religiosa nell’arte contemporanea” e per il suo impegno sul campo.
Figlio del celebre musicista, compositore e direttore d’orchestra Igor, Théodore Strawinsky trascorse in Russia solo i primi anni di vita: nel 1910 emigrò con la sua famiglia nella Svizzera romanda e quindi in Francia, fino a Parigi dove risiedette dal 1935. Qui ebbe luogo la sua formazione artistica sotto l’egida di Georges Braque, che Strawinsky considerò sempre il suo autentico maestro, e poi di André Derain; conobbe personalmente Matisse e Picasso; nel 1927 espose per la prima volta.
Nel 1942, liberato dopo l’arresto da parte del governo di Vichy e il successivo breve internamento a Tolosa, si rifugiò a Ginevra, dove rimase stabilmente anche a guerra finita, pur mantenendo un forte legame con la Francia.
Autore di dipinti da cavalletto, ma anche di vaste pitture murali e di vetrate, si dedicò all’arte sacra con continuità  e rara sensibilità: in un luogo sacro – ebbe a scrivere -  la prima missione del pittore è “chiamare il fedele alla contemplazione, alla preghiera”. Nel 1977 l’artista ricevette da Paolo VI l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine di S. Gregorio il Grande per il “servizio reso alla Chiesa attraverso la sua arte”.


Laura Marazzi


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