Focus del mese
Il codice denominato Antifonario di Santa Maria del Monte è uno dei più antichi antifonari ambrosiani noti: generalmente ascritto all’ultimo quarto del XIII secolo, presenta più di trenta capolettera miniati.
Si tratta di una ricca decorazione della quale Mons. Ernesto Teodoro Moneta Caglio (Le miniature del nuovo messale ambrosiano, in Ambrosius, 52, 1976, p. 219) sottolineò per primo caratteristiche nordiche e un fare a tratti fortemente realistico. In seguito Carla Travi ha proposto un’esecuzione in ambito lombardo, “forse più precisamente milanese” (La decorazione degli antifonari duecenteschi, in La collegiata di Santo Stefano a Vimercate, Milano 2008, p. 271, nota n. 18). Martina Pantarotto, alla cui scheda si rimanda per l’analisi tecnica del codice, in occasione del Censimento dei manoscritti medievali della Lombardia ha confermato una datazione della decorazione tra il 1276 e il 1300 e individuato un’unica mano in testuale italiana che accompagna la notazione musicale quadrata su tetragramma (con riga di fa in rosso e di do in giallo). Nel recente testo Monasteri Fruttuariensi nel Seprio Alessandro Riganti ha confrontato alcune caratteristiche della notazione musicale del più tardo Antifonario di Ganna con aspetti significativi dell’Antifonario di Santa Maria del Monte (a cura di Mauro Luoni, Varese 2012, pp. 149 – 163).
Tra le miniature meglio conservate è l’Ingresso di Cristo a Gerusalemme, posto entro una C. Gesù, dall’aureola con la croce inscritta, siede sull’asino, umile cavalcatura di un re portatore di pace, con la stessa solennità di un sovrano sul trono: con le gambe che cadono dallo stesso lato avanza benedicendo e tenendo in evidenza il libro della Parola. È accompagnato da alcuni apostoli, anch’essi dotati di aureola. Tra la folla che lo accoglie, stipata all’inverosimile dentro la porta di Gerusalemme, si distinguono uomini con la barba, donne con i capelli legati da bende che passano sotto il mento, bambini. Per celebrare il suo passaggio sono distesi per terra rami verdi, gli stessi che un uomo sta tagliando dall’albero sul quale si è arrampicato, e vesti rosse e blu.
Laura Marazzi
marzo 2013