Focus del mese
Il dipinto, donato da Mons. Pasquale Macchi alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte, è un’opera del 2001 del pittore Amedeo Brogli.
L’angelo, senza ali come i primi angeli dell’arte cristiana, si inginocchia di fronte alla Vergine: lo qualifica quale annunciatore l’antico gesto del braccio disteso in avanti con cui accompagna il pronunciamento di importanti parole. La Vergine è seduta. Le mani appoggiate con docilità sulle gambe rassicurano circa la risposta: è pronta a dire il suo “sì”. Nessuna aureola e piedi nudi per entrambi, in segno di umiltà.
Dall’alto discende la colomba dello Spirito Santo. Il panno rosso appeso, quasi sipario che sottolinea l’evento, si inserisce nella tranquillità di una nobile quinta architettonica: Brogli ambienta la scena sotto al portico della Tredicesima Cappella della Via Sacra del Sacro Monte di Varese, luogo ben noto al pittore che vi lavorò insieme a Renato Guttuso per il grande murale con la Fuga in Egitto dal 1983 accanto alla Cappella della Natività. Nell’opera di Brogli le finestre con le inferriate, dalle quali il viandante può osservare la Discesa dello Spirito Santo rappresentata nelle sculture seicentesce all’interno della cappella, diventano cornici che inquadrano il paesaggio con la vegetazione abbondante che “entra” nel dipinto anche sulla destra.
La luce non accompagna la discesa dell’arcangelo Gabriele, come di consueto, e non colpisce Maria di fronte, ma proviene da dietro, così che Ella ha il viso in ombra, quasi Brogli volesse dare corpo alla “potenza dell’Altissimo” che copre la Vergine “con la sua ombra” (Luca 1, 35).
Laura Marazzi